Da qualche tempo, anche in relazione alle sempre maggiori informazioni reperibili sul web e sui forum, il rapporto iniziale fra il chirurgo plastico ed il paziente tende ad essere sminuito e per molti riveste un ruolo del tutto marginale.
Questo atteggiamento non solo non ha alcun fondamento logico, se si considera la visita specialistica nella sua accezione più tradizionale, ma è da considerare illegittimo in quanto contrario alla recente legge 219/17 che riguarda il consenso informato. L'articolo 1 comma 1 e 2 di questa legge esplicitano chiaramente che ogni trattamento sanitario deve iniziare con il consenso informato, libero e consapevole, dei pazienti e che il consenso è basato sulle informazioni fornite dalle competenze e dall'autonomia professionale del medico.
Le informazioni precise e corrette ed il conseguente consenso non possono essere acquisite in altro modo se non con la visita specialistica, che è assolutamente necessaria e fondamentale, a tutela sia del paziente che del medico. Punto ancora più importante, esplicitato nell'articolo 1 comma 8 della legge, è che la visita rappresenta un vero e proprio momento di cura, a testimonianza del fatto che il tempo della comunicazione tra medico e paziente non è un momento interlocutorio di un semplice accordo, ma un atto medico necessario e di primaria importanza, prodromico ad ogni trattamento.